Pignola
Piccolo comune della Basilicata poco distante dal capoluogo di regione Potenza. Anticamente chiamata Vineola poi Vignola, il suo significato è incerto tra possibili origini latine riconducibili a vinea (vigna) o greche il cui attuale nome potrebbe riferirsi alle pinete che circondano il territorio. Anche la sua fondazione è incerta, una delle ipotesi lega la sua origine all’imperatore Tito Vespasiano che avrebbe mandato le sue truppe a fondare diversi paesi della Lucania (ricordiamo ad esempio il comune di Tito che prende il suo nome proprio dall’imperatore). In base ad una seconda ipotesi pare che i nobili potentini fuggirono dalla loro città a causa di una rivolta della popolazione e si rifugiarono a poca distanza fondando un nuovo centro cittadino. Le feste più importanti del paese sono: la festa della Madonna del Pantano che si tiene due volte l’anno e la festa di Sant’Antonio Abate che si celebra a gennaio da più di 600 anni che vede il coinvolgimento di tutta la popolazione tra raccolte accanto ad un grande falò mangiando e ballando al ritmo di musica popolare e una corsa di cavalli, muli e asini che decreta, al suo termine, l’inizio del Carnevale.
Cosa vedere a Pignola
Pignola è conosciuto come il “paese dei portali” in quanto la loro presenza nel centro cittadino varia per forma, struttura e decorazione con oltre 100 esemplari. In base alle particolari decorazioni pare risalgano al 1600 e ciascuno prende il nome dalla famiglia proprietaria del palazzo. Accanto ad ogni portone è possibile vedere mascheroni contro il malocchio con anelli in ferro battuto a cui legare gli animali. Alcuni portali importanti sono: il Portale “Ciasca”, il Portale “Chiesa di S.Antonio”, il Portale “Ferretti”, il Portale “Pinterpe” , il Portale “Pinterpe”, il Portale “Sasso”, il Portale “Tucci”, il Portale “Rianni”, il Portale “Riviello”, il Portale “Chiesa di S. Donato”, il Portale “Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore”.
Poco distante dal centro cittadino vi è la Riserva regionale Lago del Pantano la cui area è caratterizzata da una forte presenza di prati circondati da boschi e un lago dalle acque profonde. La biodiversità che caratterizza questo territorio diventa calamita per fotografi professionali e non che in periodi di basse temperature immortalano la magnificenza della natura circostante.
Meritevole di menzione il Museo scenografico del Costume e della Civiltà rurale che si è posto l’obiettivo di mostrare e conservare testimonianze della storia della Basilicata nel periodo compreso tra Ottocento e Novecento attraverso il costume distinguendo due realtà: quella domestica e quella rurale. Particolare è la presenza dei costumi originali appartenenti alle famiglie di Pignola e da esse donate al museo.
Potenza
Capoluogo di regione nota anche come “città delle scale” per via del suo sistema di scale, sia antiche che moderne, che collegano le varie parti del centro urbano per cui è seconda al mondo dopo quello di Tokyo e il più esteso d’Europa. La città è abbracciata dalla parte nord della dorsale appenninica delle Dolomiti lucane ed è attraversata dal fiume Basento, fiume tra i più importanti della regione. L’origine del suo nome pare derivi dalla fondazione romana in quanto la denominazione Potentia si presenta simile ad altre colonie romane (esempio più famoso è Florentia - Firenze) in questo caso con accezione augurale, “la potente”. Il ruolo di sede vescovile le comportò l’arrivo in città del vescovo Gerardo La Porta da Piacenza molto amato dalla città in quanto la avrebbe salvata dall’invasione dei turchi, avvenimento però privo di veridicità storica. Il legame con il santo è fortemente sentito dalla popolazione che lo ricorda attraverso la Parata dei turchi, una parata in costume, che si tiene in maggio in cui si ricorda l’evento. Storicamente è il 1806 la data che segna una svolta nella storia della città perché Giuseppe Bonaparte, arrivato nel Mezzogiorno d’Italia per riconquistare il Regno di Napoli, decide lo spostamento del capoluogo da Matera a Potenza. Le motivazioni riguardano la riorganizzazione territoriale in quanto Potenza era più vicina e meglio collegata a Napoli. Da quel momento la città ha vissuto un miglioramento a livello urbanistico attraverso opere pubbliche per il decoro urbano e infrastrutture viarie.
Cosa vedere a Potenza
Famoso è il ponte sul fiume Basento identificato come Ponte Musmeci (realizzato dall’ingegnere Sergio Musmeci) inaugurato nel 1976 ed è l’unico ponte appartenente all’architettura contemporanea riconosciuto dal Mibac come bene culturale perché rappresenta una svolta importante nelle dinamiche di sviluppo dell’ingegneria italiana nella seconda metà del Novecento.
La chiesa principale del centro storico è la Cattedrale di San Gerardo inizialmente dedicata alla Vergine Assunta e successivamente al patrono della città Gerardo della Porta di cui conserva le spoglie oltre ad una scultura lignea del XV secolo. L’architettura sorge su una precedente costruzione sacra del IV o V secolo, di cui sono visibili frammenti del pavimento musivo.
Un tipico esempio di stile romanico è individuabile nella Chiesa di San Michele Arcangelo , anch’essa realizzata su una precedente struttura più antica risalente al V secolo. Di particolare pregio è un affresco dell’artista fiammingo Hendricksz di Madonna col bambino tra i santi Pietro e Paolo ed un dipinto di Pietrafesa rappresentante l’Annunciazione.
Tra le architetture extramurali è importante menzionare la Chiesa di Santa Maria del Sepolcro costruita tra il XIII e il XVII secolo ad opera dei Cavalieri dell’Ordine dei Templari. Costruita al di fuori della città, esattamente all’incrocio tra la via Herculea e la via Appia perché erano le strade percorse dai pellegrini diretti in Terra Santa. All’interno è possibile ammirare pregevoli tele e l’altare barocco che custodisce la reliquia del sangue di Cristo.
I rinvenimenti più antichi si individuano nelle numerose epigrafi attualmente visibili nelle mura degli edifici del centro storico e nelle chiese della città, il ponte romano di San Vito, l’insediamento degli antichi Lucani (antica fattoria chiamata “fattoria lucana” che ha permesso di rivenire diversi reperti tra cui manufatti ceramici databili tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., in un periodo antecedente l’insediamento romano) ed il sito archeologico di epoca romana (antica villa di età post-costantiniana identificata come “villa romana di Malvaccaro” ricca di testimonianze musive del III secolo circa).
Alcuni musei da citare sono: Museo archeologico nazionale della Basilicata in cui vi sono esposti i reperti provenienti dai siti archeologici delle popolazioni italiche della Lucania preromana ed i reperti delle colonie romane Potentia, Grumentum (Grumento) e Venusia (Venosa); Museo archeologico provinciale che custodisce i reperti preistorici, protostorici e della prima età del ferro; Pinacoteca provinciale, Museo diocesano e Museo d’arte figurativa contemporanea.
Ultima menzione è doverosa per il Teatro comunale Francesco Stabile, unico teatro storico e lirico della regione. Molti sono gli elementi decorativi di particolare pregio ed alcuni traggono diretta ispirazione dal Teatro San Carlo di Napoli.
Brindisi di Montagna
Le prime testimonianze di questo insediamento urbano risalgono al III secolo a.C. con una continuità abitativa che arriva al X secolo d.C., i cui reperti archeologici sono conservati nel Museo provinciale di Potenza. Il 1200 fu un secolo importante nella storia del borgo perché vide la sua assegnazione a Guidone de Foresta che una volta stabilitosi nel feudo fece costruire un castello allo scopo difensivo. Altro significativo evento del medesimo secolo fu l’insediamento di una comunità di monaci basiliani che fondò la sua Badia dedicandola a Santa Maria dell’Acqua Calda per via della presenza di una fonte termale. Nel tempo l’area passò dai basiliani ai certosini, della vicina Padula, diventando un’ azienda agricola rurale riconosciuta tramite bolla papale di Giulio II e chiamata Grancia di San Demetrio. Quando nel 1806 gli ordini monastici furono soppressi a seguito dei una legge napoleonica, la Grancia fu prima acquistata da privati e poi rivenduta al Demanio.
Cosa vedere a Brindisi di Montagna
Il castello medievale di Guidone de Foresta conosciuto anche con il nome di castello Fittipaldi è una roccaforte inizialmente costruita a scopo difensivo, poi con il susseguirsi delle proprietà di famiglia nobiliari divenne dimora stagionale. Ebbe una storia sfortunata in quanto venne quasi completamente distrutta da un forte terremoto ma in seguito ricostruito. Oggi ci restano le rovine di questa struttura che a seguito di un lungo e costoso restauro ha permesso finalmente di essere riaperto al pubblico.
La chiesa madre di San Nicola di Bari, costruita su una antica chiesa di rito bizantino dedicata a San Nicolò, è ricca di opere di grande valore culturale tra cui le tele del pittore lucano Giovanni De Gregorio, di scuola napoletana, conosciuto con l’appellativo de Il Pietrafesa.
La foresta della Grancia situata alle pendici del paese è una tappa obbligatoria sia per la presenza del complesso monastico di San Demetrio che con la sua piccola chiesa di San Lorenzo martire ospita una altare di grande pregio stilistico ed un trittico ligneo del XVIII secolo, sia per il parco rurale insignito del titolo di Primo Parco Storico Rurale ed Ambientale d’Italia che permette di godere della natura incontaminata attraverso percorsi itineranti che prevedono spettacoli di falconeria e burattini, laboratori degli antichi maestri artigiani e i laboratori del gusto per assaporare le pietanze del territorio. All’interno di questa grande organizzazione, di grande impatto è l’anfiteatro con 3.500 posti a sedere che ospita ogni anno cinespettacolo “La storia bandita” dove 300 attori, tra professionisti e figuranti, mettono in secala storia del brigantaggio attraverso la vicenda di Carmine Crocco, uno dei briganti più conosciuti. Lo spettacolo, oltre ad essere arricchito dalla magnificenza della naturale ambientazione, è ricco di effetti speciali e vede la collaborazione di nomi importanti del panorama dello spettacolo: co-ideato da Carlo Rambaldi (vincitore di tre premi Oscar); voci narranti: Michele Placido, Lina Sastri, Paolo Ferrari; musiche: Antonello Venditti, Lucio Dalla.
Il Parco Storico Rurale e Ambientale della Grancia vi porterà alla scoperta delle tante eccellenze culinarie locali, legate alla tradizione e alla storicità di piatti preparati secondo antiche ricette e antichi strumenti della cucina. La Taverna di posta ottocentesca, propria dei frati certosini, antichi abitanti della foresta Grancia, e il Borgo dei Sapori cinquecentesco, saranno lo scenario ideale attraverso il qual calarsi in un viaggio culinario indietro nel tempo e nella storia che riecheggia ancora nella grandezza di questi luoghi.
Immancabili i Laboratori del Gusto, dove si imparerà a produrre manualmente e a riconoscere gli alimenti fondamentali della tradizione lucana come miele, latte, pane, olio, salumi e vino.
La proposta di piatti rievocativi, costituisce l'inizio della prima vera filiera agricola dei prodotti del territorio e della cultura lucana.
Programma Spettacolo della Foresta Grancia
Ore 12:00 - Apertura Parco
1- Piazza Alta
Dalle ore 15:00 alle ore 20:00
Animazione con Artisti di Strada - Riti e Miti
- Giocoliere
- Danza aerea con tessuti
- Monacello
- Brigantessa
- Cartomante
- Poeta Lucano
2- Valle degli Echi Etnici
Ore 15:30
La ruralità nella Valle degli Echi Etnici - Fattoria degli Animali
Ore 16:00
Natura e Ambiente nella Valle degli Echi Etnici
3- Accampamento Medioevale
Ore 16:00
Medioevo e antichi mestieri
Laboratorio ambientale
4- Teatro dei Burattini
Ore 16:45
Spettacolo teatrale Opera da cento lire a cura di Gommalacca Teatro
5- Anfiteatro delle Aquile
Ore 18:00
Spettacolo di Falconeria a cura di Bitmovies Falconeria
6- Spazio Latte, Miele, Arte e Libri per Bambini
Ore 19.00
Merenda per i bambini con i prodotti di Fattoria Donna Giulia Atella
Lettura e animazione con la casa editrice per bambini Lavieri Edizioni
7- Grande Anfiteatro
Ore 21:30
Cinespettacolo La Storia Bandita
Nelle date di settembre e ottobre il Cinespettacolo sarà anticipato alle ore 21:00
Parco Gallipoli Cognato
Il Parco regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane è un’ area naturale sotto la giurisdizione del comune di Accettura ed è stata riconosciuta come area protetta nel 1997. Il parco si estende a cavallo tra le province di Matera e Potenza, nel territorio materano si estende la foresta di Gallipoli Cognato con i suoi 4200 ettari invece in quello potentino si ergono le piccole Dolomiti Lucane gruppo montuoso appartenente all’Appennino Lucano ma così chiamato in quanto le sue cime così particolari ricordano le note dolomiti alpine. La vegetazione di questo parco è estremamente variegata: cerri ad alto busto, carpino bianco, aceri e carpinelle. Anche per quanto concerne la fauna la biodiversità è caratterizzante: cinghiale, lupo, volpe, tasso, istrice, gatto selvatico, lepre, riccio, ghiro, scoiattolo, donnola, faina, lontra e per gli amanti del birdwatching è possibile osservare il nibbio reale, la poiana, i gheppi, il falco pellegrino, il barbagianni, l’allocco, il gufo e la civetta.
Grotte di Pertosa
Situate nel massiccio dei Monti Alburni, le Grotte di Pertosa-Auletta sono uno dei geositi focali del Geoparco “Cilento” e presentano due unicità: sono le uniche grotte in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il Negro, ma sono anche le sole in Europa a conservare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C.
La visita guidata, adatta a persone di ogni età, permette di visitare tutta la grotta turistica ed esplorare antri e cavità modellati dalla natura in migliaia di anni.
Il viaggio nelle profondità delle Grotte inizia con l’ingresso nella Sala delle Meraviglie. Si prosegue in barca per arrivare al grande Ingresso e a piedi verso la Sala del Trono e la maestosa Grande Sala (alta ben 24 metri). La visita alle grotte è facilitata da percorsi illuminati grazie ad un impianto di ultima generazione che trasforma la visita in una piacevole avventura. Il fiume inoltre offre un affascinante ed inconsueto viaggio in barca, immersi in un silenzio magico, interrotto soltanto dal fragore degli scrosci della cascata sotterranea.
COME RAGGIUNGERCI
Direzione SA/NA dalla S.S.407 Basentana imboccare l'uscita di Laurenzana immediatamente successiva a quella di Potenza Ovest, e quindi percorrere in direzione Laurenzana per 12 Km proseguendo la S.S. 92 per località RIFREDDO fino all'Hotel.
Direzione BA/TA/FG/MT dalla S.S.407 Basentana bisogna uscire a Potenza Ovest e dopo 800 metri, al primo incrocio, prendere a destra la S.S.92 in direzione Laurenzana proseguendo per 12 km, fino all'Hotel.
Distanze
Bari km 170 / Foggia km 100 / Lecce km 290
Matera km 95 / Napoli km 150 / Roma km 340
Salerno km 100 / Taranto km 150
Montagna di Rifreddo: Rappresenta un ambito territoriale di notevole interesse naturalistico, che insieme alle emergenze storico - culturali dell'abitato di Pignola, costituisce una realtà degna di nota dal punto di vista turistico. La principale vetta è il Monte Serranetta (1475 m), che rappresenta l'inizio della catena appenninica lucana che da Potenza si sviluppa verso sud fino al territorio del Parco Nazionale del Pollino, attraverso una sequenza di vette appenniniche di grande importanza come il M. Vulturino, il M. Alpi e la Catena del Sirino - M. Papa.
L'area si caratterizza per le emergenze geologiche, vegetazionali e paesaggistiche che la rendono un valore aggiunto all'offerta turistica dell'intero territorio del comune di Pignola. Le varie formazioni geologiche sono facilmente visibili in diversi punti del territorio lungo la rete sentieristica della Montagna di Rifreddo che permette di attraversare un complesso boscato che presenta al suo interno le principali tipologie forestali tipiche delle aree appenniniche meridionali.
Dal punto di vista paesaggistico la Montagna di Rifreddo offre molti punti panoramici che permettono una osservazione del territorio a 360°. Il toponimo stesso del Monte Serranetta, sta ad indicare una vetta "netta" cioè pulita, priva di vegetazione e quindi di ostacoli per l'osservazione del paesaggio. La vera particolarità della vista dal Monte Serranetta è la possibilità di vedere la maggior parte del territorio regionale. Guardando a nord si può godere di una bellissima veduta dall'alto della città di Potenza e oltre, fino all'habitat del Vulcano della Basilicata: il Monte Vulture.
Ad ovest si ha una visione di tutta l'area del comune di Pignola, con il centro abitato e l'oasi WWF del Lago Pantano di Pignola, e sullo sfondo la Sellata e i Monti Alburni del Parco Nazionale del Cilento in provincia di Salerno.
A Sud invece sono chiaramente visibili i principali rilievi dell'Appennino Lucano con il M. Vulturino, il M. Alpi e la Catena del Sirino.
Nelle giornate particolarmente limpide è possibile vedere le cime del Parco Nazionale del Pollino.
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